Lo Stato e l’aborto: segnali allarmanti dalla Spagna
22 gennaio 2014
Il 20 dicembre scorso il governo spagnolo
guidato da Mariano Rajoy ha approvato una legge che stabilisce la
possibilità di abortire solo in caso di stupro o di pericolo per la
salute della donna, pericolo che dovrà essere attestato da due medici.
Di fronte a questo, che è stato definito, “il più grave attacco ai diritti delle donne dalla dittatura franchista” le donne spagnole non sono state a guardare.
Da un lato, è stata lanciata in Internet
una campagna dal titolo “Nuca Màs” (ovvero “Che non accada mai più”).
Accanto a questo slogan sono stati posti due simboli che riportano alla
mente il tragico fenomeno degli aborti clandestini: ferri da maglia e
grucce. Centinaia di donne si sono fatte fotografare con questi in mano e
le hanno fatte circolare su Facebook e su Twitter con gli hashtags
#AlertaFeminista e #abortolibre.
Si è poi organizzata una manifestazione dal nome “Il treno della libertà“. Il 1° febbraio, da tutta la Spagna, partiranno convogli pieni di donne dirette verso Madrid
per protestare contro il progetto di legge del governo Rajoy. Lo scopo
sarà quello di consegnare alla Camera dei deputati, il seguente appello,
scritto da Alicia Miyares, e intitolato “Perché io decido”: